Chill out | da musica di decompressione a piacere dei sensi
I generi musicali sono tantissimi, in continua evoluzione. I suoni possono creare numerosi mood e situazioni, per accompagnare al meglio ogni istante e ogni momento nella vita.
Una corrente musicale particolarmente apprezzata in tempi recenti è quella chill out. Che cosa intendiamo esattamente quando utilizziamo questo termine e diciamo “da musica di decompressione a piacere dei sensi“?
La musica chill out
Il genere chill out (scritto anche come chillout o chill-out) si è molto evoluto negli ultimi anni. Ha anche subito numerose variazioni tanto che spesso si intendono sfumature diverse con lo stesso termine.
Per inquadrare al meglio questa musica pensiamo a come definirla: per semplicità, potremmo descriverla come uno stile moderno da interpretare simil easy listening, ovvero una melodia orecchiabile e piacevole per ogni ascoltatore. Ciò significa che il termine chill out è un ombrello piuttosto ampio, il quale può dar riparo al suo interno a sonorità downtempo, jazz, lounge, ambient e a volte persino dance. Questo comporta che sovente il termine venga abusato, in quanto molti lo usano ma ben pochi ne sanno davvero indicare le caratteristiche.
Lounge e chill out, occhio a come parli! 😉
Cenni storici
Per sottolineare similitudini e differenze, iniziamo con una breve storia del genere musicale chill out. La sua nascita avviene negli Stati Uniti, grazie a sperimentazioni che muovono dagli ambienti più avanguardisti all’interno della new wave. I precursori eliminarono i suoni naturali e ambientali che componevano quella corrente per sostituirli con chitarre, tracce cantate e sonorità che potremmo definire latineggianti; in aggiunta a ciò accelerarono il metronomo, portando il ritmo fino alla soglia canonica dei 120 bpm.
Le origini della musica chill out non sono esattamente nobili; si tratta infatti di suoni nati per aiutare la decompressione, ovvero la ripresa del popolo della notte e dei rave party da serate di esagerazione, durante le quali ci si era abbandonati a numerosi eccessi. Lo stesso termine chill out (rilassarsi, decomprimere, raffreddarsi) si deve proprio a questa funzione che le sonorità ricoprivano.
La chill out ha anche un luogo di nascita, Ibiza. Il suo inventore – o comunque il principale contributore alla sua invenzione – è stato il dj Josè Padilla che dalla console del Cafè Del Mar diede inizio alla conquista mondiale da parte della musica chill out. Oggigiorno questo suono introspettivo e questi beat rilassanti sono ben noti e apprezzati ovunque, dopo l’esplosione londinese risalente agli anni ’80.
La scena lounge
In lingua inglese lounge room significa salotto e l’utilizzo del termine si deve proprio al fatto che questa musica doveva fare da sottofondo negli ascensori e nei supermarket, per accompagnare il tempo trascorso fermi o in coda.
La sua impersonalità quasi kitch, però, ha finito per rendere questa variazione della chill out un fenomeno di costume, una tendenza di cui si sono voluti appropriare i locali più alla moda e le stazioni radio più alternative. La lounge ha metriche che possono giungere fino a 140 bpm e, spesso, viene tenuta a volume molto basso, per creare atmosfera e non sovrapporsi mai alla conversazione.
Chill out da accompagnamento
Similmente a quanto avviene con la musica ambientale (o ambient) anche la chill out può essere utilizzata per accompagnare attimi o momenti di socialità, così come per dar valore a immagini fotografiche o animate. la musica chill out è in grado di dar vita al giusto sottofondo per moltissime riprese.
Chiunque stesse pensando alle possibilità che questa musica può aprire a quel determinato progetto sul quale sta lavorando, può visitare la nostra libreria a queste pagine, ricca di consigli e suggerimenti: chill out e Lounge